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Solo pochi anni orsono non potevamo immaginare tutto quello che oggi, dal punto di vista tecnologico, sta accadendo nel Mondo e all’umanità: come le tecnologie abbiano cambiato il nostro modo di vivere e di operare, come abbiano influito nel nostro comportamento, come abbiano contribuito al miglioramento di tutti quei processi naturali e dell’ambiente e come l’utilizzo e le conoscenze delle stesse abbia contribuito, in maniere determinante, al miglioramento dell’economia di uno Stato. È ormai scontato e certo che il PIL di una Nazione cresce in maniera proporzionale agli investimenti che la stessa opera nel Digitale.
- il digitale, le tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni, coinvolgono ormai tutti i settori della nostra esistenza: dai servizi alle aziende e al cittadino, dall’industria al commercio e all’artigianato, all’intrattenimento, alla sanità, al turismo, ai beni culturali, all’istruzione, alla ricerca ecc.
- Il tutto ormai senza alcun limite: quasi tutte le aziende di ogni settore fanno affidamento sulle tecnologie Informatiche e delle Telecomunicazioni.
- Il 95% dei posti di lavoro richiedono ormai competenze digitali
Per rimanere al passo con le altre nazioni, che per prime hanno capito l’importanza degli investimenti nel settore ICT, per non perdere il treno dell’innovazione, l’Europa attraverso il Programma Quadro “Horizon 2020”, per la ricerca e l’innovazione, relativo al periodo 2014-2020, ha programmato investimenti per circa 70 miliardi di Euro, finanziando le infrastrutture ICT, in tre settori portanti dell’economia della società moderna, l’industria, la ricerca e i servizi al cittadino per migliorarne e facilitarne la vita. Oggi si parla dei finanziamenti del PNRR che non fanno altro di ribadire questo concetto. Questi grandi finanziamento ha permesso e ancora permetteranno il potenziamento delle infrastrutture ICT, senza tenere conto delle necessità di formare i tecnici e gli addetti, che devono possedere competenze e conoscenze idonee ed elevate, al fine di garantire il successo degli investimenti. Ci si è accorti che per far fronte alla richiesta di specialisti nel settore, ICT mancheranno in Europa circa 900.000 addetti.
Tale domanda di lavoratori qualificati nell’ICT, superiore all’offerta, potrebbe portare l’Europa ad affrontare una carenza di personale specializzato e perdere un’occasione per combattere una massiccia disoccupazione, rischiando inoltre la sua competitività digitale.
In Italia, cosa che ci riguarda più da vicino, i dati ci vengono forniti dallo “Osservatorio delle Competenze 2023”, Condotto da AICA, ASSINFORM, ASSINTEL e ASSINTER ITALIA e promosso da MIUR e AGID. La domanda di professioni ICT è in costante aumento.
La domanda di professionisti con competenze ICT è cresciuta negli ultimi anni, ma il sistema formativo continua a non essere in grado di rispondere con adeguata reattività alle richieste delle imprese. Nel 2022, circa 219.000 annunci pubblicati online per reclutare professionisti ICT, ma università, ITS e scuole superiori inseriscono nel mercato del lavoro solo 44.000 professionisti all’anno . Questo mismatch tra la domanda di competenze ICT e la loro disponibilità nel mercato del lavoro italiano richiede l’adozione di politiche pubbliche tempestive da parte dei policy-maker
L’Osservatorio sulle Competenze Digitali 2023 offre un’analisi aggiornata del mercato delle competenze avanzate ICT in Italia. Dal lato della domanda di competenze lo studio propone un’analisi approfondita dei dati sugli annunci di lavoro online per profili ICT, mentre dal lato dell’offerta lo studio mette a fuoco il sistema della formazione di competenze ICT, dai corsi di laurea universitari, agli ITS, i Bootcamp e le Scuole secondarie di secondo grado. Per completare la panoramica del mercato, lo studio propone una stima del gap tra domanda e offerta per arrivare a una sezione finale composta dei suggerimenti di policy per ridurre gli squilibri di mercato e rispondere alle principali domande in tema di formazione
Ogni anno la richiesta di professioni ICT cresce mediamente del 26%, con picchi del 90% per le nuove professioni legate alla Trasformazione Digitale. Siamo un Paese con una forte spinta all’economia digitale ma che fatica a crearsi le competenze necessarie a supportarla: manca una strategia di lungo periodo che coinvolga aziende e sistema formativo, manca una visione d’insieme che coordini i percorsi della Trasformazione Digitale, mancano risorse per rendere la PA adeguata al cambiamento. Le stime parlano di circa 85.000 nuovi posti di lavoro che richiedono specializzazione nel settore dell’ICT che saranno difficili trovare sul mercato del lavoro. Per queste posizioni il mercato richiede il 62% di laureati e il 38% di diplomati, ma il nostro sistema formativo propone un esubero di diplomati (8.400 in eccesso) e pochi laureati in percorsi ICT (deficit di 4.400). Confortano i numeri delle nuove immatricolazioni in facoltà dell’area ICT, che crescono di anno in anno: nell’attuale anno accademico un +11% rispetto a quello precedente. Tuttavia è alto il tasso di abbandono (60%).
Vista la mancanza di esperti e personale specialistico nel settore ICT, nasce in Europa la “Grande Coalizione per il lavoro digitale” un’iniziativa volta ad aumentare l’offerta complessiva di professionisti qualificati nel digitale, per colmare la domanda di competenze digitali.
La “Grande Coalizione per il lavoro digitale” è un ampio partenariato multi-stakeholder, attraverso la quale si cercherà di aumentare le competenze dei cittadini nel settore dell’Information and Comunication Technology cercando di coprire le necessità occupazionali che offre l’ICT.
La Commissione Europea collaborerà attivamente per migliorare la formazione a livello industriale, la mobilità del lavoro, la certificazione delle competenze, il miglioramento dell’insegnamento nelle scuole e dei contenuti dei curricula universitari, sensibilizzando i giovani ad intraprendere carriere legate alle ITC, con l’obiettivo di:
- Migliorare l’immagine e l’attrattiva delle carriere ICT ;
- Offrire pacchetti di formazione co-progettati nel settore ICT ;
- Offrire curricula a livello di istruzione professionale e universitaria che rispondano alle esigenze degli studenti e che si raccordino con il mondo del lavoro;
- Uniformare il riconoscimento delle qualifiche tra i vari paesi, creando un sistema di certificazione europeo per le competenze digitali dei professionisti ICT , Competence Framework ;
- Ridurre i disallineamenti del mercato del lavoro stimolando la mobilità;
- Spingere le donne a perseguire una carriera nelle ICT, dal momento che sono poco rappresentate nel settore.
Per far ciò la Comunità Europea ha coinvolto le grandi Multinazionali e le Aziende del settore, in modo tale che, con la loro collaborazione e con gli investimenti adeguati, si potranno centrare questi obiettivi.
Vengono coinvolte Aziende come Microsoft, Cisco, Apple, Google, Adobe e tante altre ancora.
E così dopo anni di lavoro, dal 6 aprile 2016 è disponibile una norma tecnica europea per definire il modello di catalogazione delle competenze digitali dei professionisti ICT.
La norma “e-Competence Framework (e-CF) – A common European Framework for ICT Professionals in all industry sectors – Part 1: Framework” (EN 16234-1:2016) – fornisce un riferimento comune per 40 profili professionali nel settore dell’Information and Communication Technology (ICT), utilizzando un linguaggio comune che può essere compreso in tutta Europa per definire le competenze, le capacità e i livelli di preparazione di questi profili.
La norma tecnica è stata creata per essere utilizzata da:
- organizzazioni e aziende di servizi ICT;
- professionisti ICT, manager e reparti risorse umane (HR);
- istituti di istruzione professionale ed enti di formazione, inclusa l’istruzione superiore;
- parti sociali (sindacati e associazioni dei datori di lavoro), associazioni e ordini professionali, enti di accreditamento, di validazione e valutazione professionale;
- analisti di mercato, responsabili di decisioni politiche;
- da altre organizzazioni e parti interessate nei settori pubblico e privato.
L’e-Competence Framework è un importante successo anche per il nostro paese che per primo ha adottato l’e-CF come norma nazionale (UNI 11506) e ne ha promosso l’adozione a livello Europeo guidando i lavori del CEN.
Ma se da un lato vengono identificati i profili Professionali nel settore ICT e si definiscono le competenze, le capacità e i livelli di preparazione di questi profili, si è fatto ancora poco per migliorare i programmi di studi, delle materie relative all’ICT, nelle scuole e quelle dei piani di studio universitari e accademici che restano lontani dalle richieste reali del mondo del lavoro e ciò nonostante i notevoli investimenti fatti dal MIUR relativamente al PNSD “Piano Nazionale Scuola Digitale” , al “PCTO” e all’iniziativa del MIUR denominata “Protocolli in Rete”, che mette insieme tutti i protocolli di collaborazione nell’area dell’ICT, siglate dalla stesso con imprese, fondazioni e associazioni, e che mira a ridurre la distanza tra cittadini e P.A, attraverso la stipula di protocolli di intesa e accordi operativi le cui finalità, obiettivi ed impegni siano coerenti con i seguenti ambiti: innovazione degli ambienti a supporto delle metodologie di apprendimento/insegnamento e dei processi organizzativi e di governance e il potenziamento delle infrastrutture.
Del resto è la stessa Comunità Europea a riconoscere che i piani di studio delle Scuole e Università non rispondono alle esigenze degli studenti e che non si raccordano con il mondo del lavoro.
Ma è proprio per la sua prerogativa, quella di innovare e rendere il mondo e le persone più vicine alle tecnologie, che anche i processi e le modalità di erogazione, inerenti la formazione e l’istruzione stanno cambiando radicalmente. Le Scuole e le Università le Accademie di Belle Arti fanno molta fatica ad adeguarsi al cambiamento, specie in un settore come quello dell’ICT che si aggiorna e si rinnova repentinamente, per due ordini di motivi, gli investimenti e l’aggiornamento dei Docenti.
Questo cambiamento è dovuto alle Multinazionali leader nel settore dell’ICT, colossi finanziari, che oggi controllano tanti aspetti economici e culturali della nostra società e che a volte riescono a condizionarne scelte e modi di operare. Aziende il cui giro di affari si avvicina a quelli dei bilanci di uno Stato industrializzato di media grandezza. Aziende che sono dei leader incontrastati, ciascuno per il proprio settore e che difficilmente si fanno concorrenza una con l’altra.
La gran parte di esse hanno un esclusivo programma di formazione e certificazione, organizzato con Partner di riferimento e Trainer Certificati, attinente alla propria leadership di mercato, per fare alcuni esempi MICROSOFT in quello dei sistemi operativi, dei linguaggi di programmazione, dell’office automation ecc., ORACLE in quello dei database, CISCO in quello delle reti e di internet, ADOBE nella grafica, AUTODESK in quello del CAD, VMware in quello della virtualizzazione, ecc. Tutto questo ha una sua logica commerciale infatti, prima che una di queste multinazionali immetta sul mercato un nuovo prodotto, un nuovo software, un nuovo sistema operativo, un nuovo Linguaggio di programmazione ne prepara il corso di formazione, da erogare ai propri Partner e Trainer che successivamente, a loro volta, a cascata lo erogheranno ai propri clienti. Il risultato è che questa tipologia di formazione, oltre ad avere grande qualità di contenuti, permette agli utenti di stare sempre al passo con le novità tecnologiche garantendo un costante e continuo aggiornamento professionale, un’istruzione permanente che ne permette la spendibilità in ogni momento nel mercato del lavoro, che oggi più che mai, richiede sempre esperti aggiornati e qualificati.
L’organizzazione e la realizzazione di tale tipologia di formazione, richiede grandi investimenti da parte delle Multinazionali, oltre che per la organizzazione della rete dei partner, anche per la preparazione dei materiali, per lo più multilingue, ma anche per la modalità di erogazione, che avviene per lo più in modalità “Blended” e in molti casi attraverso l’utilizzo di piattaforme di elearning asincrone e sincrone dotate di software di simulazione per la realizzazione di laboratori virtuali oltre che di laboratori in presenza nelle aule dei partner.
Tutto ciò, ha permesso che nel mondo si creassero programmi di Formazione Certificati, che sono diventati standard di mercato e punto di riferimento per le aziende in cerca di personale qualificato.
È cambiato il soggetto erogatore, difficilmente Scuole e Università potranno competere con tali modalità formative, ma rivestiranno sempre una grande importanza nel mondo della istruzione che è la base naturale di una formazione specialistica e di grande qualità.
È cambiato l’arco temporale dell’aggiornamento professionale, in passato con la propria istruzione e formazione personale acquisita con il Diploma, con la Laurea e la Specializzazione si affrontava il mercato del lavoro, per una durata media, di una carriera lavorativa, che restava pressoché immutata per 30 anni; oggi bisognerà, come richiede il mercato, sempre in forte cambiamento tecnologico, avere la capacità di aggiornare i propri saperi almeno ogni 5 anni e a volte sarà necessario essere capaci, nello stesso tempo, di “disimparare” e imparare nuovi modelli e nuove tecnologie. L’unico a garantire tutto questo è il sistema della formazione certificata, messo su dalle Multinazionali del settore ICT.
Bisogna considerare anche il fatto che, con la gran mole di innovazioni sopravvenute in questi ultimi tempi nel mercato dell’ICT, i saperi di base sono notevolmente aumentati e come vengono definiti negli Stati Uniti, assumeranno una forma grafica di tipo “T Shape” ossia a “Forma di lettera T”, ma capovolta. Un esperto ICT dovrà essere un esperto “T Shape”, ossia possedere una grandissima preparazione di base che implica notevoli conoscenze multidisciplinari, rappresentata graficamente dalla barra orizzontale della “lettera T”, per poi successivamente passare ad una specializzazione di settore, che nel caso è rappresentata graficamente dall’asse verticale della stessa. In pratica i professionisti T-shaped, deep generalist o versatilist hanno, oltre a eventuali aree di specializzazione, una solida base di conoscenze tecniche multidisciplinari, spiccate capacità di comunicazione e relazionali che consentono loro di interfacciarsi con i livelli manageriali più alti (i C-level executives) delle aziende.
Vediamo a questo punto come si evolverà il settore IT entro il 2025, consigliando di dare una lettura alla ricerca effettuata da Hais, azienda leader nella selezione e reclutamento del personale, “Jobs of the future”.
Per arrivare a definire le macro aree dei settori di sviluppo dell’ICT nei prossimi anni e quindi agli esperti necessari per dominare tali processi, vorrei partire dalla pubblicazione del primo numero in Italia della rivista “Wired Italia” e l’allora direttore Riccardo Luna dedicò la copertina della rivista ad una scienziata premio Nobel di 100 anni, Rita Levi Montalcini, che aveva intervistato facendo tra le altre questa domanda: “Quale è stata la più grande invenzione del ‘900?” , “E me lo chiede? Internet!” rispose quasi infastidita: a 100 anni, una delle più grandi neuroscienziate di tutti i tempi aveva capito il senso vero della rete. Aveva compreso quale sarebbe stata la portata di Internet. Oggi ci sono 3 Miliardi di persone che hanno un accesso a Internet, ma ancora 2/3 della popolazione mondiale deve essere collegata. L’Internet Economy ha generato 4,3 Trilioni di dollari, se fosse una Nazione sarebbe la quinta Nazione più ricca del mondo. In alcuni Paesi Internet contribuisce fino all’8% del PIL. Internet e le nuove tecnologie oggi contribuiscono a creare nuovi posti di lavoro. Il traffico di Internet è cresciuto esponenzialmente dagli anni ’60 raggiungendo un ZettaByte nel 2016. Oggi i nostri dispositivi mobili sono più potenti dei super computer che usavamo 30 anni fa. Il traffico dei dati mobili è in forte crescita, raddoppia ogni anno e ora con il Cloud stiamo connettendo il mondo fisico. Usando microprocessori e Internet rendiamo oggetti di uso quotidiano intelligenti. Ecco un nuovo cambiamento: Internet of things (IoT), Internet delle cose, ed entro il 2025, 15 miliardi di oggetti saranno connessi ad Internet. Nel Maggio del 2011 le Nazioni Unite hanno dichiarato Internet un “Diritto fondamentale dell’uomo”. Viviamo in un mondo che non era facile da immaginare 30 anni fa. In poche righe abbiamo racchiuso il passato, il presente e il futuro di Internet e dell’ICT. Ed ecco i settori che cresceranno: l’Intelligenza Artificiale, il Cloud Computing, l’IT Security, i Big Data. Il collegamento di oggetti ad Internet (IoT) porterà una grandissima crescita delle infrastrutture di rete, saranno generati una mole impressionante di dati, il rischio di accessi indesiderati aumenterà in maniera ragguardevole, occorreranno tantissimi esperti in Reti e Telecomunicazione, per governare l’infrastruttura, esperti in IoT e sviluppatori di App, esperti di Big Data, di Cloud, esperti in Cybersecurity.
Per affrontare le sfide della digitalizzazione, si assisterà nell’intero comparto IT anche alla diffusione di figure professionali completamente nuove. Ad esempio nasceranno i Programmatori di Intelligenze Artificiali, professionisti capaci di analizzare e gestire grandi quantità di dati, oltre ai Robotic engineer, studiosi della robotica applicata in ambito industriale, e ai Guardiani della privacy online, esperti di cybersicurezza.
Anche a causa della velocità del cambiamento tecnologico, per le aziende sarà sempre più difficile reperire nuovi talenti IT adeguatamente formati.
Le aziende dei settori IT si affideranno maggiormente a professionisti freelance piuttosto che assumere nuovo personale IT interno all’azienda
Un settore già in grande espansione che continuerà a svilupparsi in modo costante nei prossimi anni e che, da qui al 2025, offrirà sempre maggiori opportunità occupazionali, è quello dei Big Data. Diverse sono le figure professionali in questo ambito tra cui spiccano il Data Scientist e Data Architect, il Big Data Engineer e lo Chief Data Officer (CDO).
In merito al rapporto “lavoro-università”, la ricerca dell’HAIS riporta i seguenti dati:
- Per il 35% del campione gli atenei italiani non sono in grado di offrire ai propri studenti una formazione adeguata al mondo professionale a causa della didattica improntata troppo sulla teoria.
- Il 20% imputa questa mancanza alla scarsità di fondi destinati alla ricerca che non permette alle Università di essere concorrenziali.
- Il 30% degli intervistati sostiene che, per avere tutte le competenze necessarie per lavorare in ambito IT, è fondamentale seguire corsi di specializzazione e aggiornamento al di fuori della sfera universitaria.
Si rende quindi auspicabile una grande collaborazione tra le Scuole e l’Università, e il mondo Accademico che a volte rimangono chiuse nella loro auto-referenzialità, con le Multinazionali del settore, per costruire un modello virtuoso che traghetti gli studenti verso il mondo del lavoro, assistendoli anche nel corso della loro carriera.
È infatti da queste considerazioni che parte il Progetto “Net Arts Academy”, unico in Italia e non solo, pensato e ideato da ICT Learning Solutions e l’Accademia di Belle Arti “Leonardo da Vinci” di Caltanissetta
Un’idea semplice ma efficace: quella di affiancare al piano di studi tradizionale dei Diplomi Accademici dei vari Dipartimenti, un percorso di formazione studiato per preparare lo Studente al mondo del lavoro.
In pratica alla fine del percorso di studi il nostro studente avrà:
- Conseguito una Titolo Accademico.
- Seguito una formazione, erogata da Professionisti con elevate competenze, Trainer selezionati e Certificati dalle stesse Multinazionali, specifica di settore, in linea con le più moderne e attuali esigenze del mondo del lavoro, con contenuti specifici che solo le Multinazionali, leader mondiali nei vari settori dell’ITC, possono progettare e realizzare.
- Conseguito Certificazioni Internazionali, riconosciute in tutto il mondo, richieste nel mondo del lavoro, che ne attestano le competenze teoriche e pratiche.
Uno specialista pronto ad occupare i posti di lavoro scoperti e che le Aziende, le Industrie, la Pubblica Amministrazione e il mercato ricercano costantemente.
Un Professionista ICT “T Shaped”, con una grandissima preparazione di base e notevoli conoscenze multidisciplinari.